E se la gioia fosse il nostro
stato naturale?
Oggi le neuroscienze ci stanno
rivelando molto su come funziona il nostro cervello - l’organo fisico della nostra
mente. Coniugando le conoscenze tramandate dalle antiche tradizioni spirituali
con la scienza, siamo ora in grado di spiegare quello che, fino a pochi anni
fa, era possibile conoscere solo attraverso esperienze mistiche, in quanto non
esisteva ancora un linguaggio che potesse parlare degli stati di coscienza.
Oggi, attraverso strumenti come la RM, siamo in grado di vedere quali parti del nostro cervello
si attivano quando agiamo e si è scoperto che quando immaginiamo di compiere
un’azione coinvolgendo i nostri sensi, attiviamo esattamente le stesse parti del cervello. Ciò spiega
scientificamente come mai gli esercizi di visualizzazione e le tecniche di
pensiero positivo siano così efficaci per cambiare il nostro umore e nel tempo anche le nostre esperienze.
Il dott. Roger Sperry è stato un
pioniere negli studi sul cervello. La sua ricerca ha dimostrato che noi abbiamo
due modalità percettive della realtà e di processare le informazioni
completamente diverse e complementari corrispondenti ai due emisferi cerebrali.
La capacità di provare beatitudine è una prerogativa dell’emisfero destro che
non conosce la differenza tra noi e
tutto quello che ci circonda, ci fa vivere in uno stato simbiotico con
l’ambiente generando esperienze che potremmo definire “mistiche”. L’emisfero
sinistro invece, ci fa percepire separati dagli altri, è la coscienza della nostra
individualità che analizza, giudica, discrimina, stabilisce le priorità.
Per essere felici abbiamo bisogno
di integrare entrambe queste modalità: vivere nel tempo e nell’eternità, agire
consapevolmente sia la nostra natura divina che la nostra personalità. Questa è
formata in parte dal nostro patrimonio genetico, ma soprattutto dagli schemi
mentali e comportamentali che acquisiamo fin dal grembo materno e che si
installano nella nostra mente inconscia come veri e propri programmi che ci
portano a vivere la vita che viviamo, le esperienze che attiriamo. Possiamo
dire che se il nostro cervello e il sistema nervoso centrale sono il nostro
hardware, le credenze e le forme pensiero ricorrenti, sono i nostri software.
Dunque, per essere felici,
dobbiamo cambiare i programmi, le credenze che ci impediscono di vivere il
nostro splendore, le nostre passioni, la nostra missione di vita: la felicità non
è un’utopia o un discorso filosofico, è uno stato di coscienza che possiamo
raggiungere e sperimentare nella nostra vita di tutti i giorni.
E’, quindi, essenziale
comprendere come “creiamo” la nostra realtà e trovare il modo di SCEGLIERE LA
FELICITA’, ogni volta che ne sentiamo l’esigenza, soprattutto in momenti di
grande instabilità emotiva e sociale come quella in cui siamo immersi oggi. Tutti
noi, quando siamo felici diamo il meglio di noi stessi, in ogni circostanza e
siamo altamente “contagiosi” JJJ.
Il regalo più grande che ognuno
possa fare al mondo è essere felice!
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Diletta Amba Mistretta