lunedì 14 febbraio 2011

LA DIMENSIONE SPIRITUALE DELLA SESSUALITA'

In questo momento in cui i fatti di cronaca ci hanno costretti a una riflessione sul ruolo della donna e del sesso come strumento di potere, mi sembra utile riportare integralmente un colto, illuminato e illuminante articolo di  don Angelo Casati sul tema della sessualità e del femminile.
La sua analisi è profonda e scevra da dogmatismi.
L'atto sessuale ritrova la sua originaria forza trascendente, spirituale non sublimando il corpo ma esaltandone il valore.
Anche la visione della donna e del principio femminile che scaturisce dalla esegesi delle Scritture, la pone su un piano di assoluta parità nella complementrietà, non solo con l'uomo e il principio maschile, ma con Dio stesso.
Buona lettura!
Diletta Amba

"Oggi la sessualità è un tema di interesse generale, forse per reazione alla lunga repressione che per secoli ha caratterizzato il mondo cristiano, e alla concomitante associazione del sesso al peccato. Il corpo era ritenuto contrapposto allo spirito e la sessualità associata alla lascivia.
L'introduzione del concetto di peccato, anche per atti che non lo sono affatto, ha inciso molto profondamente nella psiche dell'uomo occidentale, il sesso era spregiativamente considerato un istinto, una pulsione animalesca e involontaria. Secondo Jung, invece, l'istinto è di origine trascendente e affine agli archetipi; quindi nel sesso c'è una dimensione spirituale, anche se le persone non ne sono consapevoli. La sessualità è normalmente vissuta senza la consapevolezza del suo significato analogico e spirituale; solo quando l'individuo ne riconosce il valore in rapporto alla complessità della psiche, diventa un mezzo per il ripristino della personalità. Non dobbiamo dimenticare che le necessità umane fondamentali come la vicinanza fisica, il calore, lo stare insieme, il sentire e toccare l'altro, la comunicazione verbale e no, sono parte integrante di una esperienza sessuale completa, e da ciò traspare il pericolo latente delle conoscenze virtuali e dell'illusione che possano sostituire il contatto reale.
Il sesso è considerato come una delle più grandi e principali foze della natura, ma qual'è l'essenza e il fondamento della magia sessuale? Bisogna partire dall'idea, riconosciuta da ogni seria tradizione iniziatica, che la possibilità di provocare per via estranormale, magica, determinati fenomeni è condizionata essenzialmente da uno stato particolare dell'operatore, stato che potremmo definire di "Autotrascendimento attivo". Si tratta di superare con l'una o l'altra tecnica, i limiti della coscienza puramente individuale legata all'oranismo fisico e arrivare al mentale. E' una specie di esaltazione, controparte attiva di ciò che nei mistici è l'estasi.
Ebbene, già da Platone fu riconosciuta la possibilità che l'Eros metta l'uomo in tale stato, a tal segno che egli assimilò chi è trasportato dall'Eros al veggente, all'iniaziato dionisiaco, al profeta, al vate.
Nello studio delle Scritture, nessuna interpretazione può prescindere o contraddire il senso letterale, anche se il saggio deve sapere che ve ne sono anche altri come il significato simbolico, quello anagogico cioè l'azione di portarci verso l'altro oltre il velame dei sensi e il significato esoterico, segreto; metodologia di lettura che anche Dante conferma, riprendendo la tradizione giudaica per l'interpretazione delle Scritture, dicendo che in esse "Si possono intendere quattro sensi" (Convito,II).
Allo stesso modo nell'Ebraismo, come nella Qabbalah, nulla prescinde dalla realtà del corpo. Questo è qualcosa che le donne, per naturale inclinazione, comprendono meglio degli uomini. Infatti, anche la più alta esperienza intellettuale o spirituale presuppone sempre il corpo e inderogabilmente lo coinvolge. Le donne non dimenticano né escludono mai il supporto fisico, essenziale a qualsiasi esperienza; gli uomini, specie se intellettuali, si perdono più facilmente in voli pindarici del tutto astratti.
Anche nel nome ineffabile Yhwh (Iavé) la lettera W (pronuncia vaw) in ebraico significa Gancio ed è l'elemento che unisce il Padre Yh alla Madre H (cioè Yh W gancio h).
Le due h, (pronunciua Hei) sono simboli del femminile, mentre Y (Yud) e W (Vaw), rappresentano il maschile: questo gioco cabalistico evidenzia il fatto che soltanto insieme uomo e donna ricompongono il Nome Divino. La forza maschile agisce mentre quella femminile ci rende recettivi e sensibili alla potenza di Dio. (Le figure femminili del divino sono sempre intermediarie a lui). E' per questo che per rivolgersi a Dio, si usa il genere maschile ben sapendo che nella Sua essenza è di entrambi i generi. Lo preghiamo al maschile perchè vogliamo che agisca nel mondo con la Sua forza Maschile e ci apriamo alla Sua Provvidenza come l'innamorata si apre al suo amato. Non è necessario creare un nuovo mito per ritrovare nel Divino sia l'aspetto maschile che quello femminile, il versetto "A immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò" (Genesi 1,26), afferma questo concetto senza possibilità di fraintendimenti. Pertanto, per riflettere l'immagine divina, l'uomo deve essere maschio e femmina, perchè il Divino li comprende entrambi come comprende tutti gli opposti.
Il racconto biblico usa significativamente il verbo al plurale: "Facciamo l'Uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza". Per la Qabbalah al rapporto sessuale fra uomo e donna corrisponde sempre l'unione di Dio e della Shekhinah (La Presenza Divina [la Grazia]), cioè l'Unione Sacra.
Il rapporto uomo donna ha quindi valenza spirituale e trascendente, e quando si uniscono in questo Mondo, anche Dio e la Shekihnah si uniscono nel mondo corrispondente (Azilut). La sacralità dell'unione sessuale è che in essa si può fare esperienza dell'unità degli opposti e vivere il paradosso del Sé percependo l'essere-uno; questa verità è espressa nella Scrittura biblica dal "Cantico dei Cantici".
Il vero realizzato, il Maestro, prima di tutto ha un buon rapporto con la sua partner, in caso contrario mancherà sempre di qualcosa, nonostante la profondità delle sue meditazioni e la saggezza delle sue parole.
La Sapienza tradizionale insegna che soltanto insieme, maschio e femmina formano l'immagine Divina. Infatti soltanto un maschio e una femmina uniti hanno il potere di generare un altro uomo. Dio è un'entità sia maschile che femminile, la duplice natura dell'Uomo Primordiale (l'Ermafrodito = maschio e femmina) è espressa dal concetto di Adam Kadmon, l'uomo dell'Alto, cui corrisponde sulla terra Adam haRishon, Adamo il primo uomo: quindi l'uomo primordiale era di natura bisessuale e fu diviso in due entità separate solo successivamente, secondo naturalmente la teosofia cabalistica. Soltanto l'unione di Dio e della Shekhinah, del Re e della Regina alchemici, del Sé e dell'Anima di Jung, può ricreare la personalità Reintegrata.
Dio e la Shekhinah Il versetto "Questo parallelo a quello fece il Signore" (Ecclesiaste 7/15), ci insegna che l'Universo intero è composto da Opposti. Qualità come attivo-passivo, maschio-femmina, luce-ombra, di norma appaiono alla coscienza separate e reciprocamente escludersi; tuttavia, di fatto costituiscono un'unità: non c'è bene senza male, né luce senza ombra.
L'affermarsi di un Dio maschile si può spiegare con una forte resistenza al dominio della Grande Madre, resistenza necessaria allo sviluppo della coscienza, perchè il maschile si identifica con la Luce. La Sapienza Tradizionale, ripresa da Jung, ha sempre sostenuto con forza la necessità di reintegrare nell'immagine Divina il principio femminile, prima occultato poi dimenticato, per rendelra più vera e reale, maschile e femminile insieme.
Amore e Spirito corrispondono all'Eros e al Logos greci. In ebraico i due termini nell'ordine, sono Ahavah e Ruah
L'immagine archetipa del Dio d'Amore giudaico è la Shekhinah, la presenza di Dio, il principio femminile che tiene unito l'intero universo. Ruah è il principio maschile e costituisce ciò che comunemente si intende con il termine Dio.
Amore e Spirito sono entrambi attivi sia negli uomini che nelle donne.
Nel processo di individuazione le diverse parti della psiche vengono portate alla coscienza dallo Spirito, ma hanno bisogno di essere prima accettate e poi integrate nella coscienza dal principio femminile che, in tal modo provoca l'esperienza del Sè.
l'Atto d'Amore realizza l'unione dei sessi opposti: si attraggono e si uniscono, diventano un'esperienza luminosa. Il rapimento mistico, come l'attrazione d'Amore, non si può spiegare, non è razionale e non può essere capito, può solo essere vissuto; il linguaggio non è lo strumento adatto. Simile alla meditazione, l'atto sessuale coinvolge l'intera individualità: il Corpo, l'Anima e anche lo Spirito; perciò la sessualità è un Rito naturale, i cui preliminari più o meno prolungati, preparano i partner a un'unione che si verifica a tutti i livelli. Molte religioni insegnano che quando uomo e donna si accoppiano, nello stesso istante su piani più alti si verificano le Nozze Sacre o Hieros Gamos (Zivug ha Qadosh in ebraico).
Pertanto, l'unione terrena ha significati spirituali e transpersonali. Questo aspetto del sesso è sempre presente, anche se del tutto inconscio. Il momento culminante dell'unione dei contrari è un attimo fuori dal tempo, mistico, non ci sono più opposti, tutto è uno, è un'esperienza di totalità e di estasi nel suo significato di distacco, l'espressione erotica di molte sante mistiche è molto eloquente.
Si può affermare che nel momento in cui si verifica l'orgasmo, l'uomo e la donna incarnano  il divino nella sua interezza.
L'unione di Dio con la Shekhinah corrisponde all'unione di Yang e Yin nel Tao. L'Energia Maschile e quella Femminile sono sullo stesso piano, la loro unione può dar luogo a un processo creativo che produce la vita, sia in senso materiale che spirituale.
Dal punto di vista psicologico, l'esperienza di raggiungere la completezza accoppiandosi è connessa al processo di individuazione, in quanto porta alla coscienza la propria parte animica, che è sempre del sesso opposto. In altri termini, l'unione sessuale, agendo dall'esterno, provoca l'unione dei contrari all'interno, l'unione dell'io cosciente con la sua parte inconscia (Animus o Anima). 
Nella pratica però, dall'incontro della personalità conscia e di quella inconscia sorgono due pericoli: l'inconscio può inghiottire la coscienza, come nelle psicosi, oppure la coscienza, con le sue teorie, può cancellare l'inconscio, con un'inflazione dell'Ego.
Se conscio e inconscio non si integrano armoniosamente in una nuova personalità, nascerà soltanto nuovo dolore. L'istinto alla sessualità, può causare le più impetuose tempeste affettive, i desideri più struggenti, le disperazioni più cupe, le ansie più segrete e le esperienze più dolorose.
Nella Bibbia l'atto sessuale è strettamente connesso alla Conoscenza: infatti, più volte il verbo "conoscere" è impiegato nel senso di avere un rapporto sessuale, come nel versetto: "Adamo conobbe la sua donna, Eva" (Genesi 4,1). Questo termine facendo coincidere l'amore e la sessualità con la Conoscezta, insegna che la Reintegrazione è raggiugibile sia percorrendo il sentiero della Conoscenza che quello dell'Amore.
Nel contesto biblico, il termine "conoscere" indica la sintesi dei due opposti, pertanto richiama e stabilisce la Via della Gnosi come quella dell'Amore, ogni iniziato dovrebbe conoscere queste Vie.
Considerando che Eva è portatrice della proiezione del lato femminile di Adamo (tratta da una costola di Adamo che ha una forma semi lunare) e che Adamo è la proiezione del lato maschile di Eva, la loro unione è per entrambi l'unione degli opposti, la realizzazione della Totalità.
I protagonisti dell'unione terrena vivono una "Realtà Altra", ogni unione sessuale ripete simbolicamente il mistero della creazione, anche quando non si verifica una fecondazione materiale.
l'Orgasmo è sperimentato soggettivamente, i due partner lo vivono separatamente, ma entrambi, per un attimo, si trasferiscono nella realtà transpersonale. l'Io è sopraffatto dal Sé, ma paradossalmente sono entrambi presenti. In questo senso l'atto sessuale è un "rito nautrale" che consente l'esperienza dell'unione degli opposti. L'erezione e l'orgasmo non sono soggetti alla volontà, a un proposito cosciente; per raggiungerli l'Io deve cedere il posto al Sé. Questo suo mettersi da parte momentaneo è la così detta "morte dell'Io". Qualcosa di simile si verifica nell'estasi mistica, come abbiamo visto, che è pure una morte transitoria dell'io per unirsi a Dio.
Nella relazione sessuale la paura della perdita di controllo, che cela quella della morte, può impedire l'orgasmo. I culti sessuali, come l'adorazione del Lingam, soddisfano la necessità umana di ritualizzare l'incontro con il Sé Divino. La sessualità è, dunque, un incontro quasi sempre inconscio con lo Spirito, quello Spirito creativo che in molti non trova latro modo per esprimersi.
I mistici ebraici del medioevo, per descrivere il legame dell'Anima con il Divino, fecero largo uso di immagini sessuali ispirandosi al Cantico dei Cantici biblico.
Il bacio che è un incontro delle labbra, delle bocche e delle lingue, per i cabalisti allude all'incontro a livello mentale, animico e spirituale, loZivug, l'unione totale nell'orgasmo, è identificazione, l'esperienza mistica di essere uno.
"Io e il Padre siamo una cosa sola" (Giovanni 10,30) sono le parole pronunciate dal Nazzareno, ma rammentiamo sempre che la rivoluzione proposta dal Cristo all'ebraismo del suo tempo e al cristianesimo successivo non sono la stessa cosa; per inciso, il Gesù proposto dai vangeli sembra più incline a conoscere con amore molte donne.
L'atto sessuale è vissuto in modi diversi dalle coscienze individuali.
Se si generalizzasse una maggior consapevolezza dell'aspetto rituale e spirituale della sessualità, penso che, in qualche modo, si allevierebbero i disturbi a cui tanto spesso assistiamo. La repressione e il senso di peccato malamente diffusi da teosofie deviate che vogliono mutare l'uomo in un angelo che suona il liuto innanzi al trono divino, producono i disastri proprio fra quei poveri ministri repressi del culto, che più dovrebbero conoscere l'aspetto sacro del sesso.
Se si riuscisse a recuperare quel sano e naturale carattere luminoso che per molti la sessualità ha perduto, potrebbe forse emergere quella "Religio" che aiuti "la bestia intelligente uomo" a svilupparsi fino alla purezza dei suoi poteri, sovrano del suo destino e libero e giusto padrone delle forze latenti e note che la natura gli ha dato, consentendo anche al sesso di diventare un simbolo che aiuti a unire il genere umano, al di là delle differenze di razza e cultura."