Esistono molte definizioni di “meditazione” trasmesse dalle diverse tradizioni:
stato di puro essere, stato di attenzione osservante, stato di unità precedente qualsiasi dualità, stato di non-mente, solo per citarne alcune. Tuttavia, tutte dicono anche che è difficile dare una definizione precisa di cosa sia la meditazione perché essa è uno stato di coscienza, una vibrazione, che si può solo sperimentare: è l’esperienza di ciò che siamo nella realtà, al di là del velo dell’illusione, l’esperienza di unione col divino.
Soham, io sono Quello, è uno dei mantra più conosciuti in Oriente.
Tutte le tecniche utilizzate per meditare, sono solo strumenti che ci predispongono ad accogliere questo stato di coscienza.
Negli ultimi vent’anni ho sperimentato molte forme di meditazione, tra le quali includo anche la contemplazione del Santissimo Sacramento (mettersi ai piedi del Maestro) e la Lectio Divina (la meditazione sulla Verità rivelata) della tradizione cattolica.
Per me meditare è fare esperienza dell’amore di Dio, e in questo Amore riconoscermi, trovare il senso della mia vita. E’ contattare la gioia, dentro di me che mi permette
di vedere la bellezza e la perfezione di ogni persona, di ogni cosa.
Non è la via del distacco o della rinuncia. E’ la via mistica della passione d’amore per l’Amato, nelle infinite forme che può assumere nella nostra vita di ogni giorno.
È la gioia della Sua presenza, il sentire che non siamo soli, ma parte di un progetto grande e meraviglioso, ma è anche l’entusiasmo e la totalità con cui compiamo
le nostre azioni migliori, senza pensare al risultato.
E’ lo stupore con cui accogliamo la bellezza di un tramonto, come fosse la prima volta.
È il piacere dell'intimità che proviamo quando osiamo mostrarci alle persone che amiamo per ciò che siamo veramente, senza paura né vergogna.
È il piacere dell'intimità che proviamo quando osiamo mostrarci alle persone che amiamo per ciò che siamo veramente, senza paura né vergogna.
E’ l’intuizione che ci fa risolvere con semplicità un problema complesso che ci assillava da tempo.
Quando abbiamo una di queste esperienze, e tutti ne abbiamo, trascendiamo i nostri limiti e facciamo, più o meno consapevolmente, esperienza di Dio e della nostra vera natura.
Ma allora, se possiamo “trascendere” nel nostro quotidiano, perché meditare?
Ci sono almeno tre buone ragioni:
1. Le esperienze di meditazione spontanea sono sporadiche e avvengono al di fuori del nostro controllo. Noi desideriamo mantenere il più a lungo possibile, lo stato di felicità fino a renderlo uno stato permanente e, con la pratica, diviene sempre meno facile ricadere nei vecchi schemi di dolore e paura.
2. Numerosi studi hanno dimostrato che quando meditiamo il nostro cervello produce
onde alpha che hanno effetti molto positivi sulla nostra salute fisica, psichica,
onde alpha che hanno effetti molto positivi sulla nostra salute fisica, psichica,
emozionale, mentale.
3. Noi vogliamo essere partecipi della co-creazione di un mondo sicuro e felice. Già negli anni '70, ricerche sugli stati di coscienza svolti in alcune città degli Stati Uniti hanno evidenziato, tra l'altro, che quando un un gruppo di persone medita insieme, i cervelli "entrano in fase", cioè diventano come un unico grande cervello in grado di produrre uno stato di pace, non solo nelle aree dove hanno luogo le meditazioni (calo del tasso di criminalità e incidenti), ma anche in paesi lontani in stato di guerra.
Ne vale la pena, non credi?
Diletta Amba Mistretta