Secondo
uno psichiatra di Toronto scrivere e leggere parole vergate in corsivo stimola
la mente e ci aiuta a capire e a esprimerci meglio, ma ci guadagna anche l’emotività.
A scuola qualche decennio fa si imparava a
scrivere riempiendo pagine e pagine di aste e cerchi, come primo passo per
apprendere l’arte del corsivo, la scrittura veloce ed elegante in cui le
lettere sono tutte legate l’una all’altra. Ai ragazzi di oggi, che imparano a
usare una tastiera prima ancora di andare a scuola, quel tipo di esercizi deve
sembrare un’inutile tortura, tanto inutile che, secondo una ricerca condotta
dall’Associazione nazionale dei pedagogisti clinici, la metà dei ragazzi
italiani fra 14 e 19 anni ormai non riesce più a scrivere in corsivo. Ma forse
l’abbandono della calligrafia avrà conseguenze.
Lo psichiatra Norman Doidge dell’Università di
Toronto ritiene che i movimenti fini che compie la mano nello scrivere in
corsivo e quindi dell’occhio per interpretarlo, siano impegnativi quanto quelli
che compiono i muscoli di lingua e bocca quando parliamo. Scrivere in corsivo,
sostiene Doidge, stimola quindi il cervello molto più dello scrivere in
stampatello o battere sui tasti, e ci aiuta a raggiungere una maggiore
comprensione del significato del testo e a esprimerci in modo più fluente.
Alcuni moderni disturbi dell’apprendimento potrebbero essere dovuti proprio a
questa mancanza di allenamento nello scrivere a mano. “L’abbandono della
scrittura a mano porta a una scarnificazione del messaggio” ha detto Franco
Frabboni, ordinario di pedagogia all’Università di Bologna, “lo vedo spesso
nelle tesi dei miei studenti, povere, troppo brevi, dove la sintesi non è un
pregio ma un’incapacità di sviluppare un pensiero”. E il corsivo è una
scrittura personalizzata, sembra anche avere una valenza emozionale di cui è
privo l’anonimo stampatello.
Il neurologo Jason Barton, dell’Università della
Columbia Britannica, ha scoperto infatti, che mentre la lettura di un testo a
stampatello attiva solo l’emisfero sinistro del cervello che decifra il
significato delle parole, il corsivo attiva anche, nell’emisfero destro, l’area
che impegniamo per riconoscere i volti e associarli alle emozioni “il
riconoscere la scrittura di una persona” dice Barton “fa riverberare nel
cervello tutte le emozioni e i ricordi connessi con lei”. Molto difficile che
questo avvenga leggendo un sms o una mail.
Alex Saragosa – Il Venerdì di Repubblica, 1 dicembre 2010