Quando le persone scoprono che sono una grafologa, spesso, vedo accendersi nei loro volti un forte interesse: in fondo tutti vogliamo conoscerci e siamo magneticamente attratti da qualunque strumento ci "dica come siamo".
E, c'è sempre qualcuno che mi dice "se ti scrivo qualcosa qui (un post it, un tovagliolo...) mi fai l'analisi?"
In realtà non è così semplice. L'analisi grafologica della personalità richiede un'indagine accurata... si devono valutare molti elementi (ritmo, forma, segni, spazio...) e considerarli in rapporto dinamico fra di loro: ogni scrittura è unica, così come lo è ogni individuo, e questo, come potete ben comprendere, non si può fare in due minuti al bar.
Dunque bisogna cogliere l'unicità di ogni scrittura, di ogni persona, usare quello che in gergo grafologico viene definito "approccio idiografico". Ma può esserci molto di più.

Quanto sarebbe facilitata l'indagine del cuore umano se prima venisse conosciuta a fondo la passione predominante. Nulla sfugge alla sua azione [...] La passione predominante è il centro, la causa, la confluenza di tutte le complessità e le complicazioni umane, per questo tende al disagio e allo smarrimento nel continuo gioco delle situazioni. [Tuttavia] è davanti alla libertà morale che la passione predominante può arrivare ad essere strumento delle migliori realizzazioni. Da questo accordo si sfilano le più belle fertilità.
Non è forse vero che tutte le scuole filosofiche e tutte le religioni ci spronano alla conoscenza di noi stessi e della nostra vera natura?
Ecco, potremmo sintetizzare dicendo che la passione predominante è quella forza, data dalla combinazione, unica in ciascuno, degli istinti vitale, sessuale e psichico, che da un lato ci "vela" la nostra vera natura, impedendoci la conoscenza profonda di noi stessi e quindi di essere felici e dall'altro crea in noi, nella nostra vita, la tensione, il disagio che ci spinge a cercare, a capire, a cambiare, a guarire, a realizzarci.
Noi siamo inconsapevoli di questa forza, quindi non la possiamo controllare, ma la sperimentiamo ogni momento attraverso il nostro comportamento, i nostri atteggiamenti, le nostre scelte, le nostre rinunce, la nostra salute, le nostre malattie...
Bisogna conoscersi, per accettarsi, per amarsi, per star bene, per essere felice, per rendere felici le persone che ci stanno intorno, per rendere il mondo un posto migliore.
Ecco perché "conosci te stesso" è l'imperativo umano per eccellenza.
Certo, non è facile cogliere la passione predominante, ma è ciò verso cui ogni grafologo tende o dovrebbe tendere. Mi piace pensare che essa si riveli quando la persona è pronta ad accoglierla e a renderla il suo strumento evolutivo.
In genere, la lettura risulta meno profonda, potremmo dire più tecnica, ma comunque utile.
Quando analizzo una grafia, prima di iniziare le rilevazioni scientifiche la osservo, la "respiro", cerco di "sentirla", cerco di comprendere chi è la persona che ha scritto, cerco di intuire la sua storia, cosa la muove, cosa le fa paura, cosa la entusiasma, e questo richiede tempo, vuoto mentale e apertura di cuore. Dopo faccio tutte le misurazioni, perché è bene vagliare le intuizioni e dare loro una struttura.
In genere, la lettura risulta meno profonda, potremmo dire più tecnica, ma comunque utile.
Quando analizzo una grafia, prima di iniziare le rilevazioni scientifiche la osservo, la "respiro", cerco di "sentirla", cerco di comprendere chi è la persona che ha scritto, cerco di intuire la sua storia, cosa la muove, cosa le fa paura, cosa la entusiasma, e questo richiede tempo, vuoto mentale e apertura di cuore. Dopo faccio tutte le misurazioni, perché è bene vagliare le intuizioni e dare loro una struttura.
Ho voluto fare mio questo prezioso procedimento adottato da molti grandi maestri della grafologia perché è, a mio avviso, l'anima stessa di questa scienza anche se è proprio ciò che la rende oggetto di critica da parte di quegli studiosi che dubitano della sua scientificità. Io appartengo alla scuola di coloro che credono che per le scienze umane non si possa applicare il concetto di "oggettività" valido per le scienze esatte quali la fisica, la biologia, ecc. e, anzi, oggi sappiamo che l'osservazione (e le aspettative dell'osservatore) influenza sempre il risultato, come molti esperimenti hanno dimostrato. Quindi ritengo che la scientificità della grafologia e di tutte le scienze umane si basi sul concetto di "intersoggettività" ovvero la possibilità che studiosi diversi arrivino soggettivamente alle stesse conclusioni; ne consegue che l'apporto personale del grafologo con le sue competenze, con le sue intuizioni, interpretazioni e applicazioni sia fondamentale.
Ho voluto fare questa precisazione perché credo sia importante capire questo straordinario strumento di indagine della personalità, anche nei suoi aspetti più controversi, senza, tuttavia, entrare in dettagli troppo tecnici.
Ma perché possiamo "leggere" la personalità dell'autore di una grafia semplicemente analizzando la sua scrittura? Perché - e qui mi avvalgo delle parole di un illustre grafologo - "la grafia è come un encefalogramma naturale in cui si registrano i diversi cambiamenti di onde, la frequenza, la direzione, la forma e molti aspetti direttamente misurabili della nostra personalità... in essa possiamo osservare come in un film le diverse manifestazioni delle nostre forze psichiche, delle nostre attitudini, del nostro temperamento, carattere e personalità" (Vels).
Dunque che cos'è la Grafologia?
E' una scienza sperimentale che si occupa della comprensione psicologica dell'essere umano, del suo vissuto, di ciò che ha formato il suo carattere, l'affettività, l'intelligenza.
E' una scienza olistica che studia l'uomo nella sua totalità psicosomatica, per una più profonda comprensione di sé e per una piena realizzazione in ogni aspetto della vita. Riconosce talenti,tendenze, abilità, inclinazioni.
E' una scienza con un forte carattere interdisciplinare, dialoga, infatti, con tutte le altre scienze che studiano l'uomo, in modo particolare con la psicologia, la pedagogia, la medicina e le neuroscienze.
E' una scienza con un forte carattere interdisciplinare, dialoga, infatti, con tutte le altre scienze che studiano l'uomo, in modo particolare con la psicologia, la pedagogia, la medicina e le neuroscienze.
Diletta Amba Mistretta